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giovedì 22 novembre 2012

ITALIANI ALL'ESTERO, LEGGE DI STABILITA': GOVERNO BATTUTO

                                      (nella foto, l'On. Fabio Porta del Partito Democratico)

Finalmente un segnale positivo giunge, dopo tanto tempo, dal Parlamento italiano, sull'annosa questione degli italiani all'estero di cui noi, come AGL, ci eravamo interessati, da ultimo, non molto tempo fa (clicca sul seguente link:
http://agl-brasile.blogspot.it/2012/10/brasile-la-fila-della-cittadinanza.html )
Il governo infatti, è stato battuto su un ordine del giorno del Pd alla legge di Stabilità, sugli italiani all'estero. Il testo approvato di Fabio Porta ( http://www.fabioporta.com/it/ ), impegna l'esecutivo "a promuovere la cultura e la lingua italiana nel mondo, a consentire la copertura degli interventi di solidarietà per i nostri connazionali, soprattutto anziani, in condizioni di bisogno che vivono in aree attraversate da difficoltà di ordine economico e sociale e di ripristinare le voci relative alle operazioni elettorali riguardanti i Comites (Comitato degli italiani residenti all'estero) e il Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) inspiegabilmente soppresse nonostante la legge di rinvio preveda il rinnovo entro il 2014". Il governo aveva chiesto una riformulazione che non è stata accolta dal presentatore.
Come AGL continueremo a seguire la questione, a sollecitare questo e i futuri governi sull'argomento, a collaborare con tutti i soggetti che hanno a cuore questo argomento.

mercoledì 21 novembre 2012

RIFORMA CONDOMINIO? MONCA PURE LEI

La "riforma" del condominio (un semplice recepimento di alcuni principi adottati dalla Cassazione)non ci soddisfa in quanto, accanto a delle giuste novità, permangono delle vistose dimenticanze.Non è stata affrontata la questione della personalità giuridica del condominio, non è stata risolta (ci dispiace per il Rag. Fantozzi) quella delle proverbiali liti, ancora inadeguata risulta la disciplina della ripartizione delle spese.La materia dell'approvazione delle tabelle millesimali presenta ancora incertezze. Auguri quindi agli amministratori e agli inquilini che continueranno nella loro vita spericolata.

domenica 18 novembre 2012

RISCALDAMENTO:AUMENTI.TORNEREMO ALLE VECCHIE STUFE?

Quest'anno per il riscaldamento spenderemo in media 1752 euro in più a famiglia. In Italia abbiamo le tariffe più care d'Europa. Il costo al lordo delle tasse, nella fascia di consumo più bassa, è pari a oltre 98 euro al metro cubo (contro 90 dell'Unione Europea), in quella media è di quasi 83 euro (contro 64) e in quella alta di 76 euro (in Europa , 59).La bolletta del riscaldamento per una famiglia che vive in una casa di 85 m2 e consuma 1200 litri di gasolio all'anno è pari a 1752 euro annui, 602 euro in più rispetto a una famiglia francese e 696 rispetto ad una inglese.
Stante questa situazione, chiediamo l'applicazione di un'Iva agevolata per il gasolio destinato a riscaldare le case degli italiani e di evitare l'aumento dell'IVA a luglio, previsto dalla legge di Stabilità. L'Autorità per l'Energia ha proposto, in un documento approvato dalle Commissioni X di Camera e Senato, di introdurre una Banca Dati per "schedare" i clienti poco puntuali o inadempienti nei pagamenti. Si chiamerà BICSE (Banca dati inadempimenti contrattuali dei clienti finali del settore energetico) e terrà traccia, nel proprio data base di tutte le informazioni relative alle utenze, ai consumi, così come dei mancati pagamenti, ritardi, revoche e contenziosi. Siamo contrari a queste misure,altamente lesive dei diritti dei consumatori utenti del settore energetico a tutto vantaggio delle società di commercializzazione. In bolletta gli utenti già versano 4,7 euro all'anno per complessivi 130 milioni di euro a copertura delle morosità di cui il principale responsabile resta la P.A (70%) le PMI (20%) e le famiglie solo per il 10%. Ancora una volta le famiglie e le piccole imprese dovrebbero pagare in maniera salata le scorrettezze di una Pubblica Amministrazione che pensa a tutelare solo se stessa, nonostante sia pagata da noi.


martedì 13 novembre 2012

GUERRA NELL'ETERE TRA SUPER BANDA LARGA E DIGITALE TERRESTRE.PAGHERANNO LE FAMIGLIE?

L'avvento della Super banda larga potrebbe mettere a rischio la visione della tv digitale terrestre. Rassegnamoci ad udire tra breve, in ogni palazzo, le imprecazioni sia di chi continuerà ad avere una connessione Internet insoddisfacente sia di coloro per i quali il segnale TV digitale terrestre porrà problemi.Già si parla del carico economico per le famiglie che dovranno pagare i filtri per le antenne. Infatti è prevista l'accensione, per il prossimo gennaio, della rete LTE necessaria per fornire i servizi di banda larga in mobilità. Se non verranno risolti i problemi delle interferenze tra frequenze a 800 MHz (ex canali 61-69, ora assegnati ai servizi di banda larga mobile) e TV l'accensione provocherà problemi alla ricezione dei canali televisivi trasmessi in digitale terrestre, con il conseguente oscuramento tv, per risolvere il quale, in assenza di precise regole che pongano i costi a carico delle aziende di tlc, le famiglie saranno costrette ancora una volta ad affrontare spese per acquistare i filtri anti interferenze per le proprie antenne, nonostante i tanti costi già sostenuti per il passaggio alla tv digitale.
Ci appelliamo al Ministro Passera e ai governanti presenti e futuri, oltre al Tavolo Tecnico apposito presso il Ministero dello Sviluppo Economico (cui auspichiamo siano ammesse le Associazioni dei Consumatori) perchè si eviti l'ennesima brutta figura al nostro Paese e ulteriori, insopportabili costi e disagi alle famiglie. Senza contare che se questo investimento strategico non decollerà il declino, anche per questo versante, dell'Italia, sarebbe irreversibile.

giovedì 8 novembre 2012

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE:L'INIZIO DELLA FINE?

Da www.gazzettino.it

Muore di tumore a 56 anni, per l'Inps
può lavorare e non merita la pensione


Arriva in novembre l'esito della visita di marzo: Michelina è già
deceduta, per l'istituto è in grado di camminare: «Presi in giro»


di Paolo Calia





TREVISO - Assalita dal tumore, fiaccata dalla chemioterapia, costretta
in carrozzina per evitare di cadere: per l'Inps però quella donna trevigiana,
ex parrucchiera, così debilitata è invece in grado di camminare e lavorare
e quindi non meritevole di una pensione d'invalidità.

Ma c'è di più: l'esito della visita davanti alla commissione medica
fatta a marzo è arrivato ieri, 7 novembre, a cinque mesi di distanza
dalla morte e dal funerale della diretta interessata. Una vicenda
paradossale ma, purtroppo, estremamente reale.

La protagonista è Michelina Bruschetta, morta il 18 giugno a
56 anni. Nata a Castelfranco, residente a Silea ma conosciutissima
a Treviso dove per 34 anni, assieme alla sorella Ivana, ha gestito
un salone da parrucchiera. Tre anni fa le viene diagnosticato il
tumore: mesotelioma pleurico. Una forma particolare, legata alle
polveri d'amianto presenti, un tempo, in molti prodotti utilizzati
dalle parrucchiere. Michelina è costretta a lasciare il suo lavoro.
Un anno e mezzo fa anche Ivana si ritira, vende l'attività e si
dedica alla sorella. Inizia il calvario tra dottori, ospedali e mille
carte da firmare. L'avvocato trevigiano Sossio Vitale riesce a
far ottenere a Michelina le agevolazioni previste dall'Inail per
chi è colpito da malattie professionali. Poi le due sorelle si rivolgono
all'Inps per l'accompagnatoria prevista per gli invalidi al 100 per cento.

«Abbiamo sempre pagato tutto, osservato tutte le leggi.
Sinceramente mi sento presa in giro», dice Ivana che ieri
mattina ha ricevuto dall'Inps la risposta alla domanda fatta
a marzo. Ovviamente la pensione d'invalidità non serve più
a nessuno. Non è questo a ferire ma le motivazioni con cui i
medici hanno bocciato la richiesta: «La commissione medica
superiore riconosce l'interessato non invalido». Spiegando che
la patologia non è "invalidante" e che la capacità lavorativa "non
è ridotta". In poche parole: Michelina, attaccata dal tumore e
debilitata dalla chemioterapia, costretta a muoversi in sedia a
rotelle per non stancarsi troppo, per l'Inps poteva lavorare e camminare.

Vitale osserva sconsolato: «Purtroppo seguo anche altri casi
del genere. Capisco l'esigenza di tagliare i costi, ma parliamo
di un malato oncologico morto nel giro di tre mesi, che si
muoveva in carrozzina e considerato, invece, in grado di
camminare. Per i malati di questo tipo la pensione dovrebbe
essere riconosciuta almeno durante il periodo della chemioterapia».
Giovedì 08 Novembre 2012 - 09:07 Ultimo aggiornamento: 09:59""""""""""
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COMMENTO ALP-AGL

Il fatto è increscioso e purtroppo, nonostante quanto si possa pensare, non strettamente legato
alla spending review ma al modo di essere, da diversi anni, della Pubblica Amministrazione
in Italia. La quale sta arrivando al capolinea. I cittadini la mantengono con un elevatissimo
carico fiscale ma, invece di ottenere delle prestazioni ne ricavano, come suol dirsi in termine
sportivo, delle "controprestazioni". Ossia: paghiamo e non solo non abbiamo benefici ma
addirittura dei danni.E' catastrofismo? Non lo sappiamo. Basta fare però un sondaggio
tra i cittadini e tutti immaginiamo cosa essi risponderanno. In Italia abbiamo una
burocrazia colossale, dirigenti strapagati, impiegati pagati con stipendi da fame,
soldi destinati alle risorse materiali che partono dal contribuente e , a causa della
corruzione, arrivano in minima parte alla loro destinazione. Se ragionassimo su
qualsiasi Ministero o Pubblica Amministrazione ci accorgeremmo della sostanziale
inutilità di gran parte delle funzioni in teoria svolte. Molti Ministeri ed Enti cioè
creano per lo più problemi a chi vuole vivere e lavorare, più che soluzioni.Sia perchè
le leggi sono fatte male e ripetitive, sia perchè le stesse vengono violate e aggirate
impunemente da chi può.
Arriverà il momento , tra poco, che il cittadino si ribellerà una volta per tutte e
si rifiuterà di pagare ancora per mantenere questo sconcio. Allora noi diciamo:
no, una Pubblica Amministrazione è indispensabile che esista e funzioni soprattutto
per i più bisognosi. E' necessario che chi lavora in buona fede al suo interno conservi
il posto di lavoro e guadagni di più. Ma per realizzare ciò è urgente che la pulizia parta
dal suo interno. Ogni lavoratore pubblico deve diventare controllore di ciò che gli
avviene intorno e denunciare, anche avvalendosi di sindacati (veri, quindi ne sono
rimasti pochi) che lo tutelino in maniera anche dura, senza guardare in faccia a
nessuno. Per altri comportamenti ormai è tardi. Non salveranno la Pubblica
Amministrazione nè l'omertà, nè la connivenza nè il collaborazionismo sindacale
(magari mascherato da concertazione) adeguatamente ricompensato dai centri di
potere dirigenziali.Svegliamoci e impediamo ai nostri nemici di portare il Paese
allo sfascio.Altrimenti noi lavoratori pubblici rischieremmo, per opera di costoro,
di perdere tutto: occupazione per noi stessi e servizi per la cittadinanza la quale a
un certo punto dirà:"bene, caro Stato, se i soldi che ci trattieni te li mangi, allora
lasciaceli e vattene al diavolo. Almeno potremo comprarci, nei limiti del possibile,
quanto ci serve dai privati. Sempre meglio che buttarli via affidandoteli".Il resto sarà compito
della politica e l'augurio che noi possiamo fare è solo che si cerchi di scegliere per il meglio
a chi affidarci in futuro.

mercoledì 7 novembre 2012

IMU: LA STANGATA

Dal sito di Repubblica Roma
http://roma.repubblica.it/

"""""""""LA CAPITALE E LA CASA

Imu, arriva la stangata della rata di dicembre
prima casa +200%, quasi 400 per la seconda

L'imposta media passa da 170 a 510 euro. Il Campidoglio incasserà 1 miliardo

di DANIELE AUTIERI e LAURA SERLONI

Stangata Imu. La prima rata di giugno è stata soltanto il preludio di quello che i romani saranno costretti a pagare nell'ultima tranche di dicembre. Il saldo, secondo una prima stima, ammonta al 200% in più rispetto all'acconto per la prima casa e quasi al 400% in più per la seconda. Una vera e propria mannaia che rischia di dirottare la tredicesima di molti lavoratori direttamente nelle casse dello Stato.

La Capitale resta saldamente in vetta sia in termini di gettito sia di costi. In estate i romani, secondo i dati del ministero del Tesoro, hanno versato oltre 1 miliardo per l'Imu. La nuova tassa sulle abitazioni ha fruttato, dunque, più del 10% del gettito totale italiano, di questi 492,9 milioni sono serviti a rimpinguare la cassaforte capitolina. E prima delle festività natalizie i cittadini si apprestano a fornire un altro pesantissimo contributo. Già perché mentre per la prima rata e la seconda di settembre, che hanno versato tutti quelli che hanno scelto di frazionare il pagamento in tre fasi, l'aliquota veniva calcolata al 4 per mille sulla prima casa e al 7,6 per mille per la seconda; ora scattano gli aumenti. Entro il 31 ottobre i Comuni dovevano decidere le nuove fasce di riferimento.

A Roma nelle delibere propedeutiche al bilancio, il Campidoglio ha scelto di elevare al massimo possibile l'aliquota che si attesta al 5 per mille per la prima abitazione e al 10,6 per mille per la seconda. Una scelta quasi obbligata quella della giunta Alemanno, costretta dai bilanci in profondo rosso. Insomma, nell'ultima rata clou del 17 dicembre i proprietari di un appartamento dovranno versare il saldo e il conguaglio con l'aliquota maggiorata. Ma c'è da tenere conto della detrazione: ammonta a 200 euro più altri 50 per ogni figlio a carico minore di anni 26, fino a un massimo di 400 euro totali di detrazioni.

Secondo delle elaborazioni di "Repubblica" su dati del ministero dell'Economia, di Confedilizia e di Uil - Servizio politiche territoriali, ecco come saranno in media gli aumenti per i romani. Per quanti sulla prima casa, in acconto, hanno versato circa 170 euro, il saldo della terza rata con l'aliquota al 5 per mille sarà di 501 euro; mentre sulla seconda casa se si sono pagati circa 321 euro a dicembre sarà di 1.209 euro.

"Aumentare l'imposta di un punto sulla prima casa e non vedere i servizi migliorati, è una beffa", sottolinea Alfredo Ferrari, consigliere comunale del Pd e vicepresidente della commissione capitolina Bilancio. Il sindaco aveva la possibilità di aumentare l'aliquota di un punto percentuale sulla prima casa (ogni punto di Imu vale 150 milioni di euro) e di 3 punti sulla seconda (ogni punto di Imu, in questo caso, vale 140 milioni di euro).

Una manovra dalla quale il Governo spera di riuscire ad incassare circa 20 miliardi di euro; mentre il Campidoglio, si aspetta di avere circa un miliardo. E, infatti, proprio da Roma arriva il gettito maggiore. È salda al primo posto della classifica delle città dove si paga di più: in media nella capitale si sborsano circa 671 euro, a Milano 427 e a Bologna 409 euro. Così il Comune fa cassa con l'Imu, un modo per riuscire a garantire il pagamento degli stipendi dei dipendenti e tirare un sospiro di sollievo almeno fino a fine legislatura
(07 novembre 2012)
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COMMENTO AGL
Non siamo i soli a dirlo. L'effetto dell'Imu è devastante. Travolge non solo i bilanci famigliari ma anche il settore dell'edilizia, con le immaginabili ripercussioni sui comparti ad essa legati. Sono le aziende costruttrici ad essere in difficoltà e coloro che vendono le case .I possibili acquirenti sono: le famiglie che vogliono comprarsi un appartamento, che hanno difficoltà ad ottenere mutui o a sostenerli.E gli investitori (il mattone è il classico bene rifugio). Esso sta tuttavia diventando meno appetibile. Infatti comporta difficoltà con gli inquilini che hanno problemi a pagare l'affitto. E le imposte pesano indipendentemente dalla redditività effettiva del bene. L''Imu è una tassa iniqua ed un grave errore che sta provocando il crollo di tutto il mercato immobiliare del Paese. Ha provocato un calo nella produzione nelle costruzioni del 13% e una diminuzione del 36% nelle compravendite.Allo stato , l'unica soluzione migliorativa immediata che possa avere un senso è una detrazione maggiore per quei proprietari di abitazioni che pongono sul mercato degli affitti i loro immobili.